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Attacco al sistema bancario italiano

Attacco al sistema bancario italianoMercoledì 10 febbraio 2016. La cronaca del martedì nero di ieri comincia dal tracollo della borsa giapponese che perde il 5,4%, per poi dilagare sui listini europei trascinati al ribasso dai bancari. Piazza Affari è la peggiore (-3,21%), a fine giornata le Borse Ue bruciano 130 miliardi di capitalizzazione. Intanto Wall Street stenta sotto la parità, il petrolio resta sotto i 30 dollari al barile, la lancetta del famigerato spread sale a quota 144 e la moneta unica torna a crescere.

Quali sono state le cause di questo crollo?

Il rallentamento della Cina, la discesa del greggio, le incertezze sulla ripresa Usa e lo spettro della crisi del debito in Europa. Questi sono i principali motivi di questo inizio d’anno nefasto per i mercati finanziari.

Attacco speculativo al sistema bancario italiano
L’ondata di vendite che ha investito le banche italiane è stato molto più violenta rispetto a tutti gli altri titoli europei dello stesso comparto. E’ evidente che le banche italiane sono nel mirino dei speculatori. Però, nonostante il crollo dei titoli, le altre Borse europee non hanno accusato il colpo come Milano. Londra, per esempio, ha perso “solo” l’1%, Francoforte ha lasciato l’1,1%. Parigi ha perso l’1,6%. I Paesi che sono andati peggio sono quelli che gia da tempo stanno subendo degli attacchi speculativi. Dalla perdita più bassa alla più alta troviamo: Lisbona -2,2%, Madrid -2,3%, Atene -2,8% e Milano che è stata trascinata al ribasso dalle banche aggiudicandosi di nuovo la maglia nera.

Il fatto che solo i titoli di Stato non hanno subito gravi contraccolpi, con lo spread a 144, significa che i Btp sono preservati dalla Bce. Quindi si punta sull’azionario con quotazioni molto distanti dai principali. Probabilmente con la collaborazione di qualche report, come quello della Goldman Sachs che prevede delle incertezze sul sistema bancario italiano.

L’ecatombe dei bancari italiani nella giornata di ieri

Banca Carige lascia sul terreno oltre il 10%. Ubi, Banco  Popolare e Bpm cedono più dell’8%. Unicredit perde il 7,9%. Intesa -6%.

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