Agosto 2014. Break riflessivo dei mercati: l’azionario raggiunge vendite massicce nell’ultima seduta del mese di luglio, nel giorno che Wall Street perde il 2%. Mentre il giorno prima la divisa unica ha testato il supporto a 1,3380.
I motivi per una correzione abbondano anche se fino ad oggi erano stati ignorati. Casomai può sbigottire che, benché le tensioni in Libia e Medio Oriente, il petrolio WTI sia sceso a 100 dollari al barile, con addirittura un minimo in area 97. Anche l’oro ha ceduto, rotolando fino ai 1280 dollari l’oncia.
Grazie ai dati positivi provenienti dalla Cina e al 4% di crescita del Pil statunitense nel secondo trimestre dell’anno, il rame si è difeso bene fermandosi ancora prima di mettere in discussione la resistenza a 7215 dollari per tonnellata con i volumi degli scambi rimasti su livelli contenuti.
L’alluminio invece ha nuovamente fallito la strada dei 2050 per chiudere sotto i 2000. Mentre il nickel, nella giornata di venerdì, ha superato il supporto a 18500.
Dalla Borsa di Milano
Molto male per Piazza Affari come i principali mercati azionari europei, tutti quanti svantaggiati dalle crisi geopolitiche e dai timori per il nuovo default dell’Argentina. Inoltre pesano i dati macro statunitensi, la lenta ripresa economica della zona euro e le perplessità che avvolgono le semestrali.
Per il listino milanese, tutto questo equivale ad una perdita del Ftse Mib del 3,33% a quota 20362 punti, l’All Share -3,35%.
Notizie Flash
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