Maggio 2015. I contrastanti dati macro americani evidenziano un rallentamento della ripresa causando il dietro front del dollaro. Deludenti le vendite al dettaglio e la produzione industriale, positivi i dati sulle richieste di sussidi di disoccupazione. Con la valuta statunitense che scivola a 1,1450 contro l’euro.
Il recupero della moneta unica è avvenuto in concomitanza dell’aumento del petrolio e dei metalli preziosi, quest’ultimi grazie al recupero dell’euro hanno assistito alla risalita dell’oro che ha raggiunto i 1.200 dollari l’oncia.
In non ferrosi hanno invece trovato sostegno nei nuovi progetti delle autorità cinesi per stimolare la ripresa economica. Il metallo rosso ha oscillato attorno ai 6.400 dollari per tonnellata. Forti prese di profitto per lo zinco, sotto quota 2.300.
Milano chiude in leggero rialzo
La Borsa archivia la seconda ottava di maggio con un lieve rialzo, continuando il trend positivo, con l’indice Ftse Mib a +0,69% a 23.473 punti.
Tutti i principali listini europei hanno pagato i timori legati alla vicenda greca. Compensati dai dati macroeconomici positivi sul Pil dei Paesi dell’eurozona, con Italia e Francia sopra le attese, mentre preoccupa la perdita di spinta della Germania.
Sul paniere principale hanno influito le trimestrali che hanno premiato Moncler +6,25% e penalizzato Mps -7,77%, rispettivamente il migliore e peggiore titolo del Ftse Mib.
La ripresa che non c’è
La notizia della settimana è stata la crescita del Pil del 0,3% nel primo trimestre dell’anno che ha tecnicamente chiuso il lungo periodo di recessione economica. Ma secondo la rivelazione trimestrale dell’indice SEF di Confersencenti e SWG, il 56% delle famiglie italiane non vede la ripresa. Con addirittura un 42% che dichiara di avere un reddito che gli permette di coprire le sole spese e, un 14%, che vive sotto la soglia di povertà.
Anche le aspettative sono deludenti, sei famiglie italiane su 10 ha paura che un famigliare possa perdere il posto di lavoro.
