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Forti movimenti valutari

Forti movimenti valutariGennaio 2014. Ottava segnata dai forti movimenti valutari che nella giornata di venerdì 24 gennaio hanno toccato l’Argentina e la Turchia.

Nei giorni precedenti abbiamo assistito ad alcune prese di profitto sui principali corsi azionari ed anche ad un recupero del Bund tedesco a conferma del primo segnale risk-off dell’anno.

La prossima settimana si preannuncia molto importante a partire dal cambio EUR/USD, che è tornato a 1,3740, recuperando dal minimo di lunedì 20 che ha registrato 1,3505.



Tra le materie prime spiacca il rialzo della Natural Gas che ha guadagnato il 13%.
Il petrolio si è avvicinato ai 98 dollari al barile. L’oro è arrivato sui 1270 dollari l’oncia.

Dal vertice di Davos
Il direttore del Fmi lancia l’allarme deflazione in Europa. Il presidente della Bce si dichiara pronto ad agire e smorza prontamente i toni, spiegando che prima che l’inflazione torni al valore prefissato, occorrono aggiustamenti tipici dei periodi post crisi finanziaria. Ma il fatto più preoccupante è che, contrariamente alle edizioni precedenti, non sono emerse proposte o soluzioni per superare i mali che affliggono una parte dell’umanità.

I vertici europei hanno promosso il Ministro Saccomanni ma il commissario Ue Olli Rehn ha lanciato un appello all’Italia: “ora le riforme per dare stabilità al Paese”.

Da Piazza Affari
Settimana disastrosa per la borsa milanese che in cinque giorni la perso il 3,06% con un parziale particolarmente negativo nella giornata di venerdì durante la quale ha bruciato 220 miliardi di capitalizzazione.

Milano come tutte le principali borse europee ha pagato i timori degli investitori per l’andamento delle economie emergenti. A pagare le maggiori conseguenze sono stati i finanziari e i titoli del lusso. Emblematico il -12,32% di Cucinelli, che si è tristemente evidenziato per essere stato tra i peggiori titoli del listino.

Riunione della Fed
Molto interesse per la prossima riunione della Fed in programma martedì 28 e mercoledì 29 gennaio. Come da programma del tapering, previsto un ulteriore riduzione dell’acquisto di Titoli del Tesoro, ma il Fmi teme per le pesanti ricadute sui mercati emergenti. Preoccupa soprattutto l’Argentina, dove la tensione rimane alta come altrove.
Secondo Christine Lagarde, la frenata dell’economia cinese con la riduzione del tapering potrebbero incoraggiare fughe di capitali da Paesi a maggior rischio, causando gravi contraccolpi.

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