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Grecia il giorno del giudizio

Grecia il giorno del giudizioLuglio 2015. Malgrado l'arruffamento della crisi greca i mercati hanno evidenziato un buon grado di stabilità: la correzione dell’azionario è stata circoscritta, con lo SP500 appena sotto i 2100 punti. La moneta unica ha oscillato attorno a 1,11 contro il dollaro. Anche le materie prime hanno dimostrato un andamento regolare, a parte il greggio che è sceso sotto i 57 dollari al barile.

Nell’ultima ottava Piazza Affari ha assistito ad un netto calo degli indici. Il Ftse Mib ha registrato una perdita del 5,43% a 22.508 punti, mentre l’All Share ha segnato un ribasso del 5,19%. Una flessione che non preoccupa gli operatori, perché

è strettamente correlata al guadagno registrato alla settimana precedente (+4,8%) quando tutti credevano in un possibile accordo dell’ultimo minuto tra Atene e la Ue. Fallita l’intesa, il mercato è tornato su i propri passi.

Il giorno del giudizio
Oggi 5 luglio 2015 la Grecia è l’ombelico del mondo con 9,8 milioni di greci che sono chiamati alle urne per decidere se continuare o no a chiedere il piano di aiuti della Troika. Pareri discordanti disegnano i possibili scenari che potrebbero accadere dopo una possibile vittoria dei no. Difficile fare previsioni in un territorio mai esplorato prima.
Tra le super potenze Mosca tifa per il No, mentre Europa e Stati Uniti si augurano una vittoria dei Si. In mezzo ci sono i cittadini europei che assistono impotenti alla battaglia. La paura è che i paesi più deboli e con un alto debito vengano travolti dal contagio. In questa settimana, l’indicatore dello spread ha già mostrato un’impennata superando i 160 punti, per poi scendere sotto i 150. Nel listino milanese, a farne le spese, sono stati i titoli bancari. Peggio di tutti Monte Paschi (-11,87%).

Rapporto Club Consumo di Prometeia per il 2015
Quest’anno gli italiani consumeranno circa l’1,2% in più rispetto un anno fa, i consumatori del Bel Paese risultano essere più guardinghi rispetto i tedeschi (+1,7%), inglesi (+2,2%) e spagnoli (+2,7%), solo i francesi (+0,7%) saranno più cauti degli italiani.

Secondo Prometeia la spinta arriva soprattutto dall’Expo, dal Giubileo, dal calo del prezzo del petrolio e dagli incentivi fiscali (anticipo tfr, 80 euro, bonus bebè, agevolazioni per acquisti e ristrutturazioni mobili ed elettrodomestici).
Un Paese che cerca di uscire dalla crisi con molte difficoltà e con la gogna del calo dell’occupazione nel mezzogiorno. Ricordando che i dati del Censis evidenziano che sono circa 2,4 milioni le famiglie italiane (un milione in più rispetto ai tempi pre crisi) che nell’ultimo anno non sono riuscite ad acquistare il cibo necessario.

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