Back to top

I limiti della svolta cinese

Limiti della svolta cineseNovembre 2013. Il vertice dei massimi organi dirigenti del partito comunista cinese attirano l’attenzione internazionale, il numero uno cinese Xi Jinping lascia all’agenzia Nuova Cina il compito di annunciare le nuove riforme, ma ne esce un comunicato stringato e generico.
Dai commenti degli osservatori più informati sono comunque stati per ulteriori riforme di mercato e per l’accelerazione sulle zone di libero scambio.



Come si sono comportati i mercati? L’azionario ha registrato una serie di nuovi massimi, con l’indice SP500 ormai a 1800 punti, laddove le materie prime hanno confermato un andamento sofferto.
L’oro ha toccato un nuovo minimo di periodo a 1260 dollari l’oncia, mentre il petrolio si è adagiato sui 92 prima di tornare a 94 dollari al barile.

Il rame finalmente ha ceduto il supporto a 7080 per poi scendere di un centinaio di dollari, e come da manuale delle caratteristiche e comportamenti del volume, i volumi di scambio al LME sono tornati a crescere significativamente per merito degli acquisti dei consumatori al ribasso.
Da notare il continuo calo degli stock e l’alta percentuale di warrant cancellati (più del 60%).

Dal fronte valutario l'euro cresce del 0,30% nei confronti del dollaro americano, +0,41% sullo Yen e rimane pressoché invariato (-0,03) contro il franco svizzero.

Il quadro cinese
Pechino evidenzia i limiti della svolta in linea con il pensiero misto di socialismo e capitalismo. Le riforme in campo economico puntano ad aumentare un’apertura del settore privato e alla convertibilità dello yuan.

Dal listino milanese
Piazza Affari chiude la settimana come la peggiore d’Europa, muovendosi in direzione contraria rispetto gli altri mercati europei che registrano in maggior parte dei rialzi. Per Milano secondo ribasso consecutivo con l’indice Ftse Mib che segna un calo del’1,45% e All Share un -1,27%.
Ad affossare il listino milanese sono soprattutto i titoli bancari che risentono dei trimestrali deludenti. Banco Popolare cede l’8,17%, male anche Unicredit (-5,19%) e Bpm (-4,38%). Debacle per Mediaset (-10,76%) e del gruppo Mondadori (-10,32%).

Guida Forex online: