Ottobre 2014. Le tensioni su Atene e il nervosismo sull’andamento dell’economia globale trascinano Piazza Affari nella sesta settimana di ribassi, un record negativo con gli indici che hanno vanificato i guadagni del 2014.
Dopo un lungo periodo di movimenti laterali sono arrivate le vendite. Il segnale è giunto dall’azionario, con il crollo di SP500. Dopo che gli operatori avevano percepito il rischio di ulteriori default in Grecia.
Le materie prime vengono trascinate al ribasso, con l’eccezione dell’oro, che ha chiuso le contrattazioni a 1240 dollari l’oncia. Il petrolio WTI è sceso sotto gli 80 $, per poi recuperare quota sopra 83 dollari al barile proprio sul finale.
Il rame ha ceduto l’importante supporto a 6600, ma la rottura del livello non è stata seguita da vendite abbondanti a causa dell’indebolimento del dollaro statunitense, con la divisa unica che è tornata a 1,28 e l’iniezione di 200 miliardi di renmimbi che hanno contribuito a limitare i danni.
Anche lo zinco ha avuto un andamento analogo: dopo essere sceso sotto i 2200 è riuscito a chiudere sui 2235 dollari per tonnellata. L’alluminio, fortemente correlato al mercato dei cambi, ha chiuso al rialzo a 1960.
Dal Listino Milanese
Ancora una volta Milano chiude con il segno meno, l’indice Ftse Mib perde il 2,60% a 18700 punti, mentre l’All Share cede il 2,46% a quota 19773 punti.
Il clima sul mercato rimane difficile. Anche se la Consob assicura nessuna bolla nei prezzi delle azioni dell’Eurozona, i mercati finanziari evidenziano molta cautela.
Nell’ultima ottava incide l’arretramento dei bancari con Monte Paschi che perde il 14,79%. Come preannunciato nell’articolo della settimana scorsa, l’uscita da Luxottica dell’amministratore delegato Enrico Cavatorta ha causato il tracollo (-9,22%) dall’azienda italiana che produce occhiali. Nel lusso male Ferragamo (-5,27%). Nell’energia Enel lascia sul terreno il 5,63%, Eni (-2,12%), il calo del petrolio influisce anche su Tenaris che perde il 6,59%.
