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Il dollaro alza la testa

Il Dollaro alza la testaMaggio 2016. Torna prepotentemente in gioco il dilemma del rialzo dei tassi d’interesse. Le voci si fanno sempre più consistenti, il primo indizio arriva dalle dichiarazioni rilasciate da alcuni membri del board della Fed, il secondo segnale giunge dai verbali pubblicati mercoledì scorso. Per avere la prova schiacciante attendiamo la terza traccia. Nel frattempo il dollaro alza la testa spingendo la moneta unica a 1,12. Nelle commodity il petrolio continua per la sua rotta sopra i 48 dollari la barile. Mentre l’oro paga dazio chiudendo a 1255 dollari l’oncia.



Settimana difficile per i metalli non ferrosi
Il rame torna sotto i minimi di aprile, con una discesa fino a 4540 dollari per tonnellata. Il dato positivo è che i volumi sono stati sostenuti con importanti e significativi recuperi prima della chiusura, una traccia promettente in vista della fine del mese. L’obiettivo principale rimane la riconquista dei 4630.
L’alluminio, dopo aver toccato i 1535, si è riportato sui 1570, con concrete possibilità di risalire al di sopra dei 1600.
Scende leggermente il nickel, ma pur sempre sopra al livello di supporto di 8500.
Zinco resta nei pressi dei 1900, con la volatilità tipica dei metalli non si escludono nuovi massimi in arra 2000 anche nel breve termine.

Da Piazza degli Affari

Nella settimana dell’ITForum di Rimini il listino milanese non ha chiuso per assistere alla fiera degli investimenti e del Trading. Dopo tre ribassi consecutivi, la Borsa ha invertito il trend. Il listino milanese ha chiuso in positivo un’ottava caratterizzata da un andamento contrastante in tutti i comparti. Alti e bassi che seguivano l’andamento delle quotazioni del greggio e delle oscillazioni dei titoli bancari.

Il principale indice di Borsa guadagna lo 0,47% a 17.812 punti, mentre l’All Share avanza dello 0,48%. Tutti i settori hanno evidenziato un trend dissonante.
Il comparto del lusso è il peggiore, ma anche alcuni titoli industriali cedono parecchio. Fca (-9,26%) è il peggiore del listino principale. La migliore performance tra le blue chip è di Stm che mette a segno un buon +8,73%.
Contrastanti i bancari, chiudono con il segno più: Intesa +4,44, Bper +3,02%, Mps +1,55%. Tra le peggiori: Banca Carige -6,29%, Banco Popolare -4,17% e Bpm -2,62%.

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