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Il rallentamento della Cina

Rallentamento della CinaGiugno 2013. Conclusa la questione Federal Reserve, il mercato guarda verso oriente osservando timoroso il rallentamento della Cina.
Gli effetti di un possibile credit crunch cinese frena gli operatori, malgrado le dichiarazioni della banca centrale di Pechino nel garantire un sostegno creditizio.

Il risultato è che le materie prime pagano dazio, a parte il petrolio che rimane ai massimi del periodo a 98 dollari al barile per il WTI. L'oro rischia di perdere anche il supporto a 1200 dollari l'oncia.



Metalli
Tra i non ferrosi il metallo rosso, dopo avere raggiunto i minimi dello scorso ottobre a 6600, ha recuperato chiudendo a 6800. Il nichel è rimasto in area 13500-13850 pronto per portarsi sopra i 14000. Anche lo zinco ha trovato un buon supporto sui 1800.

La sindrome del cambio EUR/USD e lo Yen
Difficile la settimana della valuta unica europea, che ha chiuso a 1,3050 contro il dollaro statunitense. Da qualche mese il cambio EUR/USD oscilla attorno a quota 1,30. Secondo gli analisti, sul fronte dei cambi occidentale, non ci saranno particolari sussulti fino a quando la Banca centrale europea non deciderà di entrare in gioco. Per il momento gli Stati Uniti hanno tutto l'interesse a mantenere basse le quotazioni del biglietto verde. Solo lo Yen, per politiche monetarie interne, rischia di fare le bizze con scatti improvvisi.

Milano
La borsa valori chiude l'ultima ottava di giugno sui valori della precedente settimana. Il bilancio finale è l'Ftse Mib a 0,1% a 15239 punti e l'All Share a 0,11% e 16249 punti.
Hanno inciso le prime due giornate borsistiche, fortemente condizionate dai timori di una stretta sia di Pechino sia della Federal Reserve, fortunatamente sono seguite altre due giornate archiviate con un solido rialzo che hanno equilibrato la chiusura.

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