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Impennata del Rame fino a 5770 dollari

Impennata del RameMaggio 2017. Settimana contrassegnata dall’incertezza. Intanto che la Fed annuncia un nuovo rialzo dei tassi d’interesse già a partire dal prossimo mese, non impensierita dalla debolezza dell’economia statunitense registrata nella prima parte dell’anno, dato giudicato passeggero, difatti la Banca centrale americana prevede una crescita del Prodotto interno lordo più rapido tra il 2017 e il 2018. L’agenzia Moody’s ha tagliato il rating del gigante asiatico da Aa3 a A1, alimentando i dubbi sulla sostenibilità di crescita della Cina e di riflesso della domanda di materie prime. Anche se la notizia più rilevante nell’immediato è il licenziamento di duemila dipendenti della miniera Graber, il più grande giacimento di oro e la terza al mondo di rame.

L’effetto sui mercati è stata una fulminea impennata del metallo rosso che è balzato di colpo fino a 5770 dollari, svegliandosi bruscamente dall’inerzia che lo hanno caratterizzato nel corso delle sedute precedenti.

Cresce anche lo zinco che ha dato il meglio di se nella giornata di lunedì 22, per poi oscillare per tutto il resto dell’ottava attorno ai 2650 $.
L’alluminio resta su valori elevati e si prepara al terzo assalto all’area 1980, nonostante le forti oscillazioni degli energetici, dove il petrolio Wti, dopo il meeting dell’Opec di giovedì 25, da 52 $ è sceso a 49 dollari al barile.
Il nickel è rimasto debole anche se è rimasto al di sopra dei 9000 dollari per tonnellata. Sostanzialmente stabili gli altri metalli non ferrosi.

Nel valutario il cambio euro dollaro si attesta a 1,12, dopo avere sfiorato 1,13 (massimo raggiunto nella notte in cui è stato eletto il nuovo presidente Usa).

Nei metalli preziosi l’oro chiude a 1265 dollari l’oncia.

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