Giugno 2013. Sono state sufficienti poche parole del presidente della Federal Reserve per mandare in fumo 690 miliardi di euro. E' questo il bilancio settimanale delle Borse europee, che registrano una delle pagine più sofferte per i mercati.
La notizia arriva nella giornata di mercoledì 19 giugno, quando Ben Bernanke annuncia le decisioni della Banca centrale americana di ridurre il piano di liquidità tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014, con una graduale riduzione delle politiche quantitative di leasing fino ad un definitivo abbandono.
Parole che hanno fatto tremare le borse mondiali con un conseguente giovedì nero e un venerdì grigio.
Milano chiude così un'altra settimana negativa (la terza) con l'indice Ftse Mib a -5,56% e l'All Share a -5,48%. Dall'inizio del mese la perdita totale ammonta a più dell'11%.
Nella giornata di giovedì l'oro è sceso sotto i 1300 dollari l'oncia, trascinando l'argento sotto i 20, contemporaneamente al rientro dell'euro sotto quota 1,32 contro l'USD.
Lo scenario statunitense
La comunicazione della Fed ha spento le velleità rialziste dei mercati azionari e ha fatto ripartire i tassi d'interessi e lo spread Btp-Bund. In teoria dovrebbe indurre i mercati all'ottimismo.
Dopo anni di politica monetaria eccezionale, legata alla recessione economica. Una volta sceso il tasso di disoccupazione (Usa) sotto il 6,5%, era in programma un cambio di tendenza. Quindi piccoli segnali di incoraggiamento. Quest'anno il Pil Usa dovrebbe accomodarsi attorno al 2,5% per portarsi sopra il 3% nei prossimi due anni. I tagli della spesa stanno riducendo il deficit del debito.
Le mosse di Bernanke devono essere interpretate come delle manovre indispensabili per ridare fiducia ai mercati per alimentare la crescita.
La settimana a Piazza Affari
Le banche pagano lo spread tornato sulla soglia dei 290 punti: Bpm (-10,45%), Mediobanca (-10,05%), Intesa (-8,91%), Unicredit (-7,18%), Monte Paschi (-6,17%).
Nell'energia crollo di Saipem (-34,86%), tra le altre Fiat perde l'8,30%.
