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Mercati apatici

Mercati apaticiLuglio 2014. I disastrosi dati sulla produzione industriale italiana affondano Piazza Affari che, nell’ultima ottava di contrattazioni, è apparsa essere la peggiore tra i principali mercati europei. Mercati apatici, insensibili anche all’annuncio della fine del tapering in ottobre.

Mentre il mondo del trading attende impaziente il ritorno della volatilità, la divisa unica mantiene la posizione contro l’USD a 1,36. L’azionario sta ben attento ad evitare correzioni più lunghe di un paio di sedute.

Il petrolio WTI è ritornato nei pressi di 100 dollari al barile, proprio quando l’oro si è ripreso i 1330 dollari l’oncia. I non ferrosi rimangono in forza solo grazie al ritrovato feeling con i fondi d’investimento. Comunque, il volume ridotto degli scambi durante gli orari di apertura di Shanghai, conferma l’apatia generalizzata che coinvolge anche i trader asiatici.

Dalla Borsa di Milano
Oltre ai numeri pessimi della capacità produttiva il listino milanese paga l’imminente raffica di trimestrali dalla nuova tensione in Medio Oriente. Questa settimana (dal 7 all’11 luglio) l’indice Ftse Mib lascia il 4,38% a quota 20.614, l’All Share perde il 4,41% a 21.915 punti.

Tra i bancari Mps (-10,60%), Bpm (-7,19%), Banco Popolare (-6,77%). Sempre tra i finanziari, Generali registra un -4,82% nella settimana che il Fondo Strategico Italiano ha perfezionato la cessione della propria quota. Negativi gli industriali (Fiat -3,02%), gli energetici (Eni -4,25%, Enel -2,42%), il lusso (Ferragamo -5,5%, Luxottica -3,6%, Tod’s -3,52%). Capitombolo di Mediaset (-10,54%) che ha trovato l’accordo con Telefonica sulla Pay tv in Spagna e in Italia.

Rating 2014
Sono sempre di meno i Paesi AAA. Secondo l’agenzia di rating Standard & Poor’s sono solo 13 le economie che rientrano nel Club della Tripla A: Australia, Canada, Danimarca, Finlandia, Germania, Hong Kong, Liechtestein, Lussemburgo, Norvegia, Singapore, Svezia, Svizzera e Gran Bretagna.

Tra i rating spazzatura rispunta l’Argentina, di nuovo alle prese con il rischio default.
L’Italia è scesa da BBB+ a BBB un anno fa.

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