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Petrolio e oro ai massimi del 2016

Petrolio e oro ai massimi del 2016Maggio 2016. L’ultima ottava di aprile si chiude con il listino milanese in calo, anche se con un parziale inferiore rispetto ai ribassi registrati dagli altri mercati azionari europei, sui quali hanno pesato il calo del Pil Usa e il provvedimento del Boj di non avviare una politica di incentivi all’economia del sol levante.

Delude un po’ tutti la tanto attesa assemblea della Fed di mercoledì scorso. Il risultato è stato un indebolimento del biglietto verde con la moneta unica che si è riportata a 1,14 contro l’USD. La conseguenza è stata che persiste la fuoriuscita di fondi dall’azionario verso le materie prime, con petrolio ed oro che raggiungono i massimi del 2016: il WTI sfonda i 46 dollari al barile, mentre l’oro tocca i 1.280 dollari l’oncia

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Situazione analoga per i metalli non ferrosi. L’alluminio stabilisce un nuovo record toccando i massimi dell'anno ed è a un passo dai 1700 dollari per tonnellata. Molto bene anche il rame che supera la barriera dei 5000 dollari. Segnali interessanti per il nickel che sembra essere il metallo con le migliori prospettive nel breve termine, il raggiungimento dei 9000 è l’antipasto per il superamento dei 9500 con il chiaro obiettivo di arrivare alla soglia psicologica dei 10000. Mentre lo zinco, anche se in trend positivo, pare che abbia bisogno di un consolidamento prima di superare i 1950 e testare i 2000.

Dalla Borsa di Milano gli energetici limitano i danni
Il Ftse Mib perde lo 0,46% a 18.600 punti, mentre l’All share arretra dello 0,36%. Piazza Affari subisce meno degli altri principali listini europei l’indebolimento della crescita del Pil Usa nel primo trimestre del 2016. Positivi gli energetici con un exploit di Saipem che compie un balzo del 13,43%, Enel +1,49%, Eni +0,35%.

Venduti i principali finanziari e bancari, nella giornata di venerdì è stato approvato il decreto governativo sulle banche, presentato il Fondo Atlante e concluso l’aumento di capitale della Popolare di Vicenza.
Nel caso specifico della Popolare di Vicenza, ad Atlante andrà il 90% del capitale della Banca, circa 1,35 miliardi dei 1,5 di aumento. Il rimanente è stato sottoscritto dai soci che hanno eseguito l’aumento, oltre 5mila azionisti, 2,5% del capitale.

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