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Più tonfi che rimbalzi

Più tonfi che rimbalziMarzo 2013. Mentre il mercato azionario USA continua a confezionare nuovi massimi, le commodities non riescono a costruire un rimbalzo diffuso dopo il calo del mese scorso.
Se gli energetici si mantengono relativamente forti, con il petrolio a ridosso dei 94 dollari al barile. Non è la stessa cosa per i metalli, i quali non riescono a staccarsi dai recenti minimi.

Tra i preziosi, l'oro è ancora al di sotto dei 1600 dollari l'oncia, nonostante il recupero della divisa europea, tornata a 1,31 dopo aver sfiorato 1,29 contro il dollaro americano.

Tra i metalli non ferrosi si mette in evidenza solo il nickel  che ha recuperato i 17.000 dollari a tonnellata, tutti gli altri non ferrosi hanno vissuto la settimana senza scosse, praticamente indifferente caratterizzata più da tonfi che rimbalzi.

Trading Italia: i tonfi della borsa di Milano
Sottotono anche a Piazza Affari che ritorna a scendere dopo la breve parentesi positiva dell'ottava precedente. Un clima negativo amplificato dallo stallo politico italiano, che continua a pesare sugli umori dei mercati.

L'indice Ftse Mib ha registrato un calo dello 0,88%, l'All Share un -0,65%. Un bilancio negativo frutto di quattro ribassi e di un lampo al rialzo che ha reso meno amara la flessione.
L'origine del tonfo parte dalla presentazione dei bilanci delle banche, solo Bper si salva con un +7,32%, per tutto il resto è una delusione generale che si ripercuote sulla borsa valori.

Il tonfo di Cipro con il preoccupante piano d'aiuti dell'Ue
La terza isola del Mediterraneo costretta a mettere una super tassa sui depositi bancari per salvare il Paese dalla bancarotta. Dall'eurogruppo aiuti fino a dieci miliardi di euro, scoppia il panico tra la popolazione cipriota che prende d'assalto i bancomat.

Con una linea completamente nuova rispetto i precedenti salvataggi, i ministri delle Finanze dell'eurozona e il Fmi hanno raggiunto l'accordo nella notte di venerdì 15 marzo per mettere in atto il piano d'aiuti, ma in cambio hanno preteso che i depositi bancari sull'isola siano sottoposti ad una maxi imposta. E' quindi la prima volta che i concorrentisti bancari vengono direttamente colpiti dalle misure di un piano d'aiuto europeo.

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