29 Settembre 2013. Trader pronti a scattare dalla griglia di partenza. Cambiano repentinamente gli umori degli addetti ai lavori, dopo il clima euforico per il mancato "tapering" della Fed, l'ultima ottava del mese è stata caratterizzata da una calma quasi piatta. La ragione di questa raffreddamento è dovuto al tetto del debito pubblico stabilito per legge in Usa e per le insistenti trattative tra democratici e repubblicani per il suo innalzamento.
Il mercato azionario ha iniziato una correzione dai massimi recenti.
Tra le materie prime l'oro ha chiuso in ribasso a 1325 dollari l'oncia e il petrolio WTI ha rivisitato i minimi del mese scorso riportandosi in area 102 dollari al barile. Mentre il tasso di cambio EUR/USD è rimasto stabile attorno a 1,35.
I non ferrosi hanno evidenziato una nuova contrazione della volatilità, condizionati dal calendario: la settimana prossima il mercato di Shangai rimane chiuso per la festa nazionale e per quella seguente è previsto il dinner LME.
Il metallo rosso ha oscillato tra i 7100 e 7300 dollari per tonnellata regalando buone opportunità di trading di breve termine e chiudendo sui massimi del range.
Piazza Affari
La borsa milanese chiude il mese nel peggiore dei modi in quella che è stata l'ottava più difficile per tutti i listini europei, penalizzati dal dibattito al congresso statunitense sull'eventuale innalzamento della soglia del debito per evitare un'inevitabile default degli Stati Uniti.
Piazza Affari è stata la peggiora d'Europa grazie anche alla crisi politica interna. L'indice Ftse Mib perde l'1,8% a quota 17.646 punti, l'All Share -1,85%.
Le vendite si sono concentrate sui bancari e sui principali energetici. Tra i bancari, Intesa Sanpaolo ha perso il 6,39%, la Popolare Milano il -5,02%, mentre Unicret ha chiuso a -1,85%.
Telecom Italia guadagna l'1,67% in coincidenza col passaggio a Telefonica della maggioranza di Telco, la holding che controlla il 22,5% della compagnia telefonica.
