Maggio 2017. Introdotti con l’ultima legge di bilancio poco più di due mesi fa, i Piani individuali di risparmio (Pir), dopo la diffidenza iniziale, stanno riscuotendo un incredibile interesse tra i risparmiatori italiani. Al punto da far cambiare le stime di crescita.
Inizialmente il governo prevedeva per i Pir un’alta redditività tra i 16 e i 18 miliardi in cinque anni, ma visti i dati di raccolta queste stime sono destinate a crescere. Ma quello che più ci interessa capire è quanto conviene investire nei Piani individuali di risparmio.
Cosa sono i Piani individuali di risparmio
I Pir sono un prodotto finanziario riservato a tutti i privati che vogliono investire oggi con pochi soldi nel lungo periodo. Dove il 70% del capitale investito viene destinato a strumenti finanziari emessi da società italiane quotate in Borsa o in imprese straniere con sede legale in Italia.
Del 70% del capitale investito, circa il 30% viene impegnato in aziende presenti nel paniere del principale indice (FTSE MIB) di Piazza Affari, il rimanente 40% nell'indice STAR.
Quanti soldi è possibile investire nei Piani individuali di risparmio
L’investimento minimo per ogni Pir è di 500 euro, il massimo è di 30mila euro.
La durata minima è di 5 anni, per non avere imposizioni fiscali, su un importo massimo complessivo di 150mila euro.
Conviene investire nei Pir?
L’agevolazione fiscale più importante per il risparmiatore è l’esenzione dalla tassazione dei capital gain. Inoltre non paga un'eventuale imposta di successione in caso di trasferimento mortis causa.
Per contro, 5 anni (durata minima), è un grande vincolo in termini di liquidità e, al momento, non ci sono ancora i presupposti per investire in azioni e in obbligazioni.
Però c'è anche un dato positivo. Lo Stato non prevedeva una partecipazione così grande. Quindi, a meno di tre mesi dal lancio, le stime di crescita del Pir sono aumentate.
Esempio di investimento Pir con 150mila euro per 30 anni. Il rendimento medio è del 2% pari a più di 265mila euro. il risparmio fiscale è di circa 30mila euro. Però dobbiamo aggiungere: costi degli intermediari (commissione di entrata del 4% + 1,5% l’anno), eventuali commissioni di performance.
Purtroppo il costo delle commissioni va ad intaccare il nostro utile. Il problema degli investimenti in Italia rimane sempre lo stesso: un sistema finanziario attempato e monopolistico con costi di gestione sconvenienti per i risparmiatori.
Chi sta guadagnando oggi con i Piani individuali di risparmio? Secondo i dati di raccolta rilasciati dai gruppi bancari, il Pir ha dato un forte slancio all’indice Star (più che raddoppiato). Le piccole e medie aziende quotate stanno già beneficiando dei volumi di trading di questo indice.
il grande successo del Pir tra i risparmiatori italiani
I numeri reali di questo piano di investimento sono impressionanti. Banca Mediolanum, in meno di tre mesi, ha raccolto circa 700 milioni di euro. Eurizon Capital del Gruppo Sanpaolo, in poche settimane dal lancio è riuscita a racimolare oltre 100milioni di euro.
Il dato di fatto è che l'assenza totale di piani d'investimento interessanti, ha risvegliato l’interesse di molti risparmiatori tradizionali che da anni non sanno più come investire i propri soldi.
Il Pir è un prodotto nuovo gestito da gruppi bancari che purtroppo devono far i conti con i propri costi di gestione. Il governo italiano, per far provare a far crescere l'economia del Paese e mandare importanti flussi di capitale nelle banche, fa un nuovo tentatico andando a colpire il tesoretto di tutti quei risparmiatori italiani che non conosco o diffidano delle moderne strategie di investimento con il trading online.