Back to top

Banche sotto attacco

Banche sotto attaccoGennaio 2016. Banche under attack potrebbe sembrare il titolo di un film drammatico, peccato che questa volta la finzione non centra. In questi giorni le principali Borse sono costrette a fronteggiare un vero e proprio attacco ad un comparto chiave come quello bancario.

L’intervento di Mario Draghi di giovedì 21 è servito a mantenere a galla i titoli bancari ed anche Piazza Affari, in quella che è stata una delle ottave più complesse e complicate per la Borsa di Milano.



Quella appena trascorsa è stata un settimana particolarmente difficile, il primo ostacolo è stato determinato dai deludenti dati del Pil cinese che ha ulteriormente indebolito le materie prime.
Il petrolio ha toccato nuovi minimi sotto i 28 dollari, solo l’annuncio del presidente della Bce di un possibile aumento del Qe in marzo ha salvato i mercati, riportando lo SP500 alla soglia dei 1900 punti dopo un crollo a 1800, un livello che non si vedeva dal 2014. Il greggio è così riuscito a riscalare fino a quota 31 dollari al barile.

Tra i metalli non ferrosi i prezzi hanno oscillato tra i recenti minimi e i massimi raggiunti nella giornata di martedì 19 dopo la pubblicazione del Pil cinese nel quarto trimestre del 2015, in calo a 6,8% su base annua.
Il rame ha chiuso le contrattazioni a 4460. Lo zinco a 1520. Nickel e piombo sono risultati essere i migliori raggiungendo rispettivamente 8880 e 1660 dollari per tonnellata. Alluminio sotto i 1500, a fronte di insoliti movimenti sulle scorte LME, con 200.000 tonnellate rimesse on warrant a Vlissingen.

La settimana nera della Borsa di Milano
Il bilancio finale dell’indice Ftse Mib è -0,87% a 19.028 punti, ma il momento peggiore di Piazza Affari è stato a metà ottava quando il principale indice aveva toccato -6,5%, mentre l’All Share cede l’1,02%.

Performance molto lontane dagli altri mercati, più bravi nel riuscire ad recuperare le perdite che si sono accumulate dall’inizio del 2016, segnando rialzi attorno al 3%. Listini, che come quello italiano, hanno dovuto fronteggiare l’attacco sui bancari, settore che è stato oggetto di vendite speculative su timori circa la solidità patrimoniale e le ripercussioni sui bilanci derivanti dai portafogli dei crediti in sofferenza.

I bancari chiudono tutti con il segno meno e con ribassi significativi, a cominciare da Mps (-16,48%) che nel momento peggiore alla chiusura nella giornata di mercoledì 20 segnava un allarmante -45%. Ma peggio sono riuscite a fare: Banco Popolare che chiude l’ottava a -18,39% e Carige (-17,97%). Anche Unicredit registra un forte ribasso con una perdita del 9,19%.
Bene invece il risparmio gestito, male gli assicurativi. Il resto del listino milanese chiude con il segno più, con in evidenza il comparto del lusso: Moncler (+8,61%), Yoox (+7,65%), Tod’s (+7,20%).
Saipem a parte (-35,53%), con la ripresa del prezzo del greggio guadagnano i titoli degli energetici: Eni +3,35%, Tenaris +2,70%, Enel +1,58%.

Bene i conti del Lingotto con Fca (+1,28%) e Ferrari +4,52%, mercoledì 27 gennaio 2016 dalla sede di Londra, il cda esaminerà i conti. Il bilancio 2015 è positivo, ma l’attenzione degli analisti è sull’aggiornamento del nuovo piano prodotti di Marchionne.

Guida Forex online: