Novembre 2014. Mentre la Fed conferma la messa appunto finale del tapering, il clima di incertezza spinge la Bank of Japan a mettere in atto un piano di misure espansive mai viste prima e altre banche centrali iniziano a ricorrere al Quantitative Easing. Nel frattempo il numero uno dell’Eurotower non solo mette a tacere le voci su un possibile dissenso interno della Bce, ma annuncia ulteriori misure straordinarie in caso di necessità.
Dopo questo preambolo pare scontato il rafforzamento del biglietto verde che spinge la divisa unica sotto quota 1,24.
In questa prima settimana del mese l’azionario Usa ha segnato un nuovo massimo assoluto, con lo SP500 a 2032 punti, mentre le commodities hanno assistito a nuovi ribassi. Oro a parte che è riuscito a tenere botta proprio nel momento migliore del dollaro, chiudendo le contrattazioni sopra 1150 dollari l’oncia. Molto peggio per il petrolio che tocca un minimo a 76, per poi recuperare in extremis a 78 dollari al barile.
Bene il rame che non ha raggiunto nuovi minimi relativi, fermandosi a 6540 per poi rimbalzare fino a 6700 dollari per tonnellata, sostenuto da una backwardation sempre molto alta. Molto meglio l’alluminio che ha confermato di essere il metallo migliore, con un massimo in area 2080.
Un accenno importante lo merita il nickel, il quale sta consolidando i 15000 dollari e presto potrebbe riprendersi quota 16000.
L'ultima ottava della Borsa di Milano
Piazza Affari è risultata essere la peggiore tra i principali listini europei, tutti penalizzati dalle ultime revisioni al ribasso delle stime di crescita della zona euro.
Le vendite hanno preso di mira soprattutto il comparto finanziario e i bancari. Con qualche piccola ma evidente eccezione come i titoli di Carige (+10,93%) e Mps (+9,7%), risultati essere rispettivamente il secondo e terzo miglior titolo del listino milanese. Mentre segnano forti ribassi tutti gli altri bancari. Negativi anche i principali energetici.
Il bilancio finale vede l’indice Ftse Mib calare del 3,4% a quota 19.095 punti.
