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Euro in crollo verticale

Euro in crollo verticaleMarzo 2015. Lunedì 9 marzo è iniziata l’operazione anti-crisi della Bce e i primi risultati sono stati sorprendenti, con i listini europei al rialzo e l’euro in crollo verticale, con un primo sondaggio sotto l’1,05 contro il biglietto verde.
La forza del dollaro statunitense non ha giovato alle materie prime, colpendo duramente sia il petrolio che i metalli preziosi. Il greggio è scivolato fino a 46 dollari al barile, mentre l’oro è sceso a 1.1150 dollari l’oncia.

Per tutti i metalli non ferrosi è stata una settimana di sofferenza, anche se in modo molto diversificato:

il rame, nonostante il peggiore dato sulla produzione industriale, ha reagito discretamente bene grazie al forte aumento dei nuovi crediti erogati dal sistema creditizio cinese, chiudendo a 5.850.
Il nickel ha oscillato attorno ai 14000 dollari. Male zinco e alluminio: il primo ha arrancato per poi recuperare i 2000 dollari, mentre il secondo è sceso sotto i 1750, in un contesto di forti cambiamenti anche nei premi sul metallo fisico.

19 mesi di Qe
Le operazioni di Quantitative easing della banca centrale europea hanno come scopo quello di far ripartire il prodotto interno lordo di Eurolandia e di bloccare la deflazione. Il Qe permetterà una serie di manovre strutturali e di riforme per tagliare le spese improduttive ed avvallare il deficit di bilancio degli Stati.

Probabilmente, nelle prossime settimane, assisteremo ad un ulteriore deprezzamento della divisa unica, discesa che favorirà le esportazioni. Il costo del denaro più basso renderà i mutui più leggeri con tassi d’interesse migliori. Un doppio beneficio utile sia per i privati che intendono acquistare casa, sia per le imprese che intendono sostenere un piano di investimenti.

La settimana di Piazza Affari
Prosegue senza ostacoli la corsa di quest’anno del listino milanese, segno più facilitato dal Qe della Bce, con l’indice Ftse Mib che guadagna l’1,24% a 22.833 punti (tornando ai livelli di febbraio 2011), mentre l’All Share registra un aumento del’1,35%.

Sul paniere principale ottava positiva per le banche tranne Mps e Ubi. In controtendenza Generali (-3,10%) che paga la delusione degli operatori per i conti presentati giovedì. Nell’industria spiccano Fca (+10,95%), Pirelli (+10,31%) e Finmeccanica (+8,74%).

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