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Giostra di petrolio e rame

Giostra di petrolio e rameSettembre 2015. Settimana breve ma intensa, le chiusure per festività di Londra e Cina hanno ridotto le contrattazioni, in compenso una grande volatilità ha contribuito a mantenere vivi i mercati.

Nei cambi il cross EUR/USD ha tenuto banco con la divisa unica che ha registrato ancora un ribasso (1,11) contro il biglietto verde.

L’azionario è stato oggetto di continue oscillazioni con lo SP500 a danzare tra i 1.900 e 1.975 punti, in attesa del tasso sull’occupazione Usa uscito nella giornata di venerdì 4.

Dato che ha deluso le aspettative ed ha fatto intravedere un possibile aumento dei tassi di interesse entro questo mese.

Tra le materie prime giostra di petrolio e rame

L’oro si è mantenuto sui 1.120 dollari l’oncia, mentre petrolio e rame hanno vissuto un’ottava movimentata: il primo ha chiuso a 46,5 dollari al barile, il metallo rosso, dopo aver superato nuovamente i 5.300 nella giornata di giovedì, l’hanno visto ritornate a quota 5.100 dollari per tonnellata nella seduta di venerdì.
Lo zinco ha imitato i movimenti del rame, ma evidenziando una certa debolezza in dirittura d’arrivo scendendo sotto i 1.800.
Più disciplinati alluminio e nickel: il metallo leggero ha confermato le tensioni sulla scadenza tecnica di ottobre riconquistato i 1.600, il secondo ha tutelato i 9.800 dollari.

Nuovo calo per Piazza Affari
Il listino milanese continua a pagare i dubbi che avvolgono le borse asiatiche dove l’indice Pmi della Cina di martedì ha confermato il rallentamento del Dragone.
Solo la dichiarazione nella giornata di giovedì del numero uno della Bce ha evitato un calo peggiore. Dove al termine del consiglio Draghi ha rinnovato la dichiarazione di guerra contro l'inflazione, esprimendo apertamente l’intenzione di riportarla al 2% “ad ogni costo”.

Alla fine dell’ottava il Ftse Mib ha perso il 2,37% a 21.472 punti, mentre l’All Share è arretrato del 2,37%. Con finanziari, bancari e lusso tra i titoli più colpiti dalle vendite.

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