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La crescita che non c’è

La crescita che non c'èAgosto 2015. Il riferimento è alla famosa commedia dell’isola che non c’è, peccato che la crescita è riferita all’Italia. L’ispirazione arriva dagli ultimi deludenti dati Istat diffusi nella giornata di venerdì 14. L’istituto nazionale di statica rivela una crescita del pil dello 0,2% nel secondo trimestre, decisamente troppo poco per parlare di ripresa.

Lo 0,2% non mette in sicurezza l’Italia, l’obiettivo del governo è di raggiungere lo 0,7% entro la fine dell’anno. Dopo lo 0,3% del primo trimestre siamo a 0,5% rispetto ad un anno fa. Tutto sommato non sembrerebbe una situazione drammatica fino a quando non vengono affiancati altri due dati macro fondamentali: disoccupazione e produzione industriale.

In aggiunta, l’Italia, figura tra gli ultimi posti quanto ad intensità di crescita. Il tutto in un quadro generale a dir poco allarmante.

Ricordiamo che la Grecia è destinata a trascinarsi ancora per molto tempo gravi problemi economici finanziari che influenzeranno alcuni paesi dell’Ue. Venerdì l’Eurogruppo ha confermato il terzo piano di aiuti ad Atene, ossia ulteriori prestiti in cambio di nuove riforme.

La Cina, dopo la svalutazione della moneta del 4,4% in tre giorni, preoccupa la capacità esportativa delle tante imprese italiane che hanno dei rapporti commerciali con il gigante asiatico. Il deprezzamento dello yuan deciso dalla Banca centrale cinese è stato il più imponente dell’ultimo ventennio. Ribasso che prelude ad una guerra valutaria che infiammerà il forex ma che potrebbe ostacolare la crescita della zona euro.

Tornando alla situazione italiana, tecnicamente la crescita c’è (+0,2%), ma stando ai dati macroeconomici interni ed alla situazione internazionale, effettivamente questa crescita non c’è o è troppo esigua per parlare di ripresa economica.

Altri dati Istat riferiti a giugno

  • Ribasso della produzione industriale italiana del -1,1% mensile e 0,3% annua.
  • Tasso di disoccupazione salito del 12,7% con gli occupati ancora in calo.
  • Diminuzione delle esportazioni del -0,6%.
  • Inflazione stabile al +0,2%.

Eurozona
Oltre all’Italia anche altri paesi sono in frenata. Sotto le previsioni il secondo trimestre tedesco che registra un Pil dello 0,4%. Anche le stime francesi deludono, confermando il periodo stagnante dell’economia con il prodotto interno lordo invariato.

Complessivamente il pil dell’eurozona nel secondo trimestre è cresciuto dello 0,3%, in leggero calo rispetto al primo trimestre del 2015 (+0,4%) e all’ultimo trimestre del 2014 (+0,4%).

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