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La forza del Dollaro

La forza del DollaroNovembre 2014. Dagli Stati Uniti la Fed annuncia la fine del processo di tapering, promettendo tassi bassi ancora per molto tempo. Due giorni più tardi è il turno della Bank of Japan, la quale annuncia che invece espanderà il proprio Quantitative Easing.
Segnali opposti che confermano la forza del dollaro nei confronti del resto del mondo e, nel frattempo, l’euro torna vicino al supporto a 1,25.



Nell’ultima settimana del mese di ottobre le materie prime hanno assunto reazioni profondamente diverse tra loro: i preziosi sono crollati, con l’oro che ha toccato i 1170 dollari l’oncia. Il petrolio WTI si è stabilizzato attorno gli 80 dollari al barile. Mentre i non ferrosi ritrovano smalto, anche se il metallo rosso non è riuscito a consolidare i 6800 dollari per tonnellata. L’alluminio si porta a ridosso dei 2050 con chiare intenzioni di ritoccare i 2100. Lo zinco ha recuperato nelle ultime sedute terminando a 2320. Mentre il nickel, dopo aver toccato un nuovo minimo (14690) nella giornata di martedì, ha reagito alla grande riuscendo addirittura a toccare i 16100 già venerdì all’apertura di mercato.

La settimana di Piazza Affari
Dopo l’esito dei stress test della Bce tutti gli occhi erano puntati sui bancari. In Italia hanno influito positivamente il dato Istat sul miglioramento della fiducia delle imprese e il via libera della Ue alla legge di stabilità. Il bilancio finale ha visto l’indice principale salire del 1,48% a quota 19,873 punti.

Tra i titoli bancari, quasi tutti negativi, Mps e Carige, le due banche bocciate dalla verifica di solidità patrimoniale, hanno segnato una caduta pesantissima rispettivamente del 39,2% e 28,25%, risultando essere i peggiori titoli dela Borsa. Unico Istituto in controtendenza è stato Mediobanca, che ha incrementato del 2,26%.

Junker nuovo presidente della Commissione Europea
Jean Claude Junker subentra a Josè Manuel Barroso alla guida della Ue e, già da martedì’ 4 novembre, saranno pubblicate le previsioni economiche che orienteranno la correzione dei conti pubblici. Il governo italiano prevede ancora un quadro di recessione economica, con un Pil negativo dello 0,3%.

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