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Nuovo rafforzamento del dollaro americano

Nuovo rafforzamento del dollaro americanoNovembre 2015. Nell’ultima ottava del mese di ottobre tutti gli occhi erano puntati sulla riunione della Federal Reserve e sulla presentazione del piano quinquennale del partito comunista cinese. La banca centrale degli Stati Uniti ha fatto intendere che è possibile un rialzo dei tassi d’interesse in dicembre, mentre Pechino ha rivisto la politica del figlio unico, evento epocale che non ha inciso direttamente sulle materie prime.
Il dopo Fed ha visto un nuovo rafforzamento del dollaro americano fino a 1,09 contro la moneta unica, per poi chiudere a 1,10.

Ribasso dell’oro fino a 1.140 dollari l’oncia, invece il petrolio ha trovato giovamento dal forte ribasso delle scorte Usa per riconquistare i 46 dollari al barile.

Andamento dei metalli non ferrosi
Continuano a prevalere le vendite che si sono concentrate soprattutto su alluminio e zinco: il metallo leggero ha toccato un nuovo minimo annuale a 1.460 dollari per tonnellata, lo zinco ha ceduto quota 1.700 malgrado il rilevante calo degli stock Lme.
Il nickel cede l’area 10.500 per riposizionarsi attorno ai 10.200. il metallo rosso si è mantenuto sopra i 5.100, merito anche al portarsi della backwardation e alla riapertura dell’arbitraggio Shanghai - Lme.

Dalla Borsa di Milano
Chiusura negativa per Piazza Affari, i dati Usa frenano il listino milanese che segna un -1,29% a 22.442 punti.

Telecom (+11,02%) protagonista di un forte rialzo dopo le mosse del francese Niel che ha precisato di avere una partecipazione potenziale di oltre il 15%. Bene anche il comparto del lusso con Ferragamo +2,66%.
Tra i titoli bancari solo Banca Popolare di Milano (+0,59%) chiude con il segno più. Tra gli energetici Enel segna il passo (-0,71%), Eni perde il 4,31%. Tra gli industriali Finmeccanica registra un calo del 2,46%, Fca - 3,45%.

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