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Rallentamento di Cina e Germania

Rallentamento di Cina e GermaniaOttobre 2014. Le ultime sedute hanno offerto diversi motivi d’interesse: il fugace rimbalzo dell’azionario e la correzione in atto sui listini più importanti potrebbe mostrarsi molto più consistente di quelle viste durante la prima parte dell’anno.
Anche se la benzina non cala, fa notizia il crollo del petrolio tornato ai livelli del 2011, che chiude le contrattazioni ad 84 dollari al barile. Decisamente barricato in difesa l’oro, che ha rafforzato l’area dei 1200 dollari l’oncia, ma che comunque non può ritenersi incolume.



I non ferrosi hanno invece rispettato una discreta correlazione con l’euro, che ha chiuso a 1,2630 contro il dollaro americano, che si è mosso tra 1,25 e 1,28.

Il metallo rosso resta il contratto più debole, con il supporto a 6600 sempre sotto pressione. Va meglio allo zinco che ha toccato i 2350 dollari per tonnellata, prima di indietreggiare a 2315.
L’alluminio ha chiuso a 1925 dopo avere raggiunto la resistenza a 1975. Il nickel si è stabilizzato intorno ai 16500.

Il tonfo di Piazza Affari
Il rallentamento di Cina e Germania alimentano i timori di una nuova recessione economica nella zona euro. La Borsa italiana e i principali mercati azionari internazionali pagano le paure dell’economia globale con un arretramento pesantissimo. L’indice Ftse Mib segna un -4,9% a 19.200 punti, mentre l'All Share perde il 5,02% a 20.273.

Vendite diffuse sui bancari e su Fiat che con un -6,78% si congeda per sempre da Piazza Affari. Infatti, da lunedì, il titolo Fiat si ripresenterà sui monitor degli operatori con il nuovo acronimo di Fca (Fiat Chrysler Automobiles).

Nuova scossa in Luxottica, un’altro addio eccellente
Dopo l’uscita dell’Amministratore delegato Andrea Guerra dal gruppo dell’occhialeria, un mese e mezzo dopo è pronto ad abbandonare la società anche il co-amministratore delegato Enrico Cavatorta. Domani (lunedì 13 ottobre) potrebbe già essersi l'incontro decisivo.

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