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Rebus dei tassi e delle elezioni in Grecia

Rebus dei Tassi d'interesse Fed e delle elezioni in GreciaSettembre 2015. Settimana enigmatica per colpa dei pochi dati attesi da oltreoceano, il rebus dei tassi e delle elezioni in Grecia angoscia i mercati.

Partenza sprint con diversi saliscendi elettrizzanti per poi concludere la corsa con un clima di depresso attendismo, con gli operatori più preoccupati a scovare indizi sulle imminenti mosse della Fed. Un’eventuale rialzo dei tassi, anticipato da tempo dalla Banca centrale degli Stati Uniti, oggi non sembra più così scontato,

le tante incertezze internazionali che sono andate intensificandosi negli ultimi mesi potrebbero indurre la Fed a rinviare il rialzo dei tassi d’interesse. Decisione che dovrebbe essere presa nella serata di giovedì 17. Oltre a questo nodo c’è preoccupazione per le elezioni in Grecia in programma domenica prossima, i maggiori contendenti sono l’ex premier Alexis Tsipras di Syriza e Evangelos Meimarakis di Nea Dimokratia.

Nel frattempo la liquidità iniettata dalla banca centrale cinese ha incominciato a dare i primi effetti stabilizzando l’azionario di Shanghai e delle altre piazze borsistiche asiatiche. Le commodities hanno assistito alla continuazione in ribasso dell’oro (1.100 dollari l’oncia), mentre il recupero del greggio è stato frenato dal forte aumento delle scorte Usa: il petrolio WTI ha chiuso a 45 dollari al barile.

Malgrado la regressione del commercio estero cinese continua l’altalena del rame, prende spunto dal taglio della produzione annunciata da Glencore, poi mette a segno un rally che lo porta oltre i 5.400 dollari, per poi finire le contrattazioni a 5.350 dollari per tonnellata.
Le smisurate consegne dello zinco nei magazzini Lme di New Orleans finiscono per quotare il materiale a 1.800 dollari.
Recupero graduale di nickel e alluminio rispettivamente a 10.250 e 1.630.

La Borsa di Milano ha ceduto lo 0,6%, in linea con gli altri mercati. Anche se per l’intera settimana l’indice Ftse Mib è cresciuto dell’1,99%.

Standard & Poor’s declassa il Brasile
Venerdì scorso l’agenzia americana ha declassato il rating del Brasile da BBB- a BB+ portandolo al livello di spazzatura. Il Brasile è in piena recessione economica e quest'anno il pil è atteso in calo di oltre il 2%. Ieri nuovi rebus hanno coinvolto la Russia, con la revisione al ribasso delle previsioni sulla crescita.

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