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Rimbalzo di petrolio e oro

Rimbalzo di petrolio e oroMarzo 2015. La Fed decide di frenare la corsa del dollaro, dopo la riunione di mercoledì scorso la banca centrale Usa si predispone, da una parte al rialzo dei tassi e dall’altra ad un possibile rallentamento della crescita economica e dell’inflazione, rendendo al quanto improbabile una pressione sulla politica monetaria.

I mercati hanno reagito positivamente, con lo SP500 che si è riportato in prossimità dei massimi. Bene anche le commodities con il rimbalzo di petrolio e oro:

il petrolio WTI ha superato i 44 dollari al barile, l’oro ha riguadagnato quota 1.170 dollari l’oncia.

Dopo che il rame era scivolato verso i 5.600 dollari per tonnellata, a causa dei deludenti dati sui prezzi degli immobili cinesi, i non ferrosi sono riusciti a salvarsi da una situazione difficile. Il metallo rosso è risalito fino a quasi 5.950. Lo zinco ha sofferto la momentanea perdita della soglia psicologica dei 2.000 per poi chiudere le contrattazioni a 2.025. L’alluminio ha cercato la riconquista dei 1.800, ma è stato ostacolato dal massiccio incremento degli stock LME. Mentre il nickel ha registrato un nuovo minimo di periodo a 13.500.

La terza ottava del mese di marzo a Piazza Affari
La settimana era partita male, con una serie di cali per il timore di un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve e su nuove tensioni riguardanti la situazione greca. Però, grazie alla notizia di nessun aumento e dopo l’annuncio che Atene avrebbe rispettato gli accordi, nelle ultime ore di contrattazione i mercati si sono ripresi chiudendo positivamente l’ottava.

Il buon andamento degli energetici e l’annuncio dell’ingresso di ChemCina in Pirelli che, nell’ultimo giorno di contrattazioni, lancerà un’Opa da 7 miliardi. Hanno permesso alla Borsa di chiudere con il segno più. L’indice Ftse Mib ha guadagnato il 2% portandosi a 23.176 punti, l’All Share avanza dell’1,7% a 24.683 punti.

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