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Ripresa del prezzo del greggio

Ripresa del prezzo del greggioFebbraio 2015. La prima ottava del mese incomincia con l’incertezza di un fallimento dei negoziati sul debito greco e termina con un rimbalzo che ferma la lunga discesa delle materie prime. Movimento che è stato scortato e sostenuto dall’euro-dollaro, che ha testato per due volte l’area 1,15.
L’oro paga la ritrovata fiducia con un calo verso i 1250 dollari l’oncia. La ripresa del prezzo del greggio da fiato al settore e al tempo stesso agevola il listino milanese, petrolio WTI tocca i 54 $ per poi chiudere intorno a quota 52 dollari al barile.



Tra i metalli non ferrosi il rame si avvicina ai massimi, malgrado che nella giornata di giovedì 5 le scorte LME abbiano registrato un aumento di 32mila tonnellate.
Proprio nel momento più critico un importante appoggio è arrivato dalla banca centrale cinese, che ha tagliato i coefficienti di riserva obbligatori e che prossimamente effettuare un taglio dei tassi d’interesse.
Molto bene lo zinco che si riporta verso i 2200 dollari per tonnellata. Bene anche nickel e alluminio anche se non sono ancora riusciti a rompere le rispettive resistenze a 15500 e a 1900.

Milano consolida i progressi realizzati dall’inizio dell’anno
Continua a volare il listino milanese che chiude la prima settimana di febbraio con un altro rialzo, dall’inizio dell’anno il conto di Piazza Affari registra un ottimo +9,2%. In quest’ultima ottava trascinata dai bancari e petroliferi vede il principale indice salire dell’1,25% a 20760 punti, mentre l’All Share segna un +1,47% a 22092 punti.

La Borsa di Milano beneficia anche dei dati macroeconomici positivi, con l’Unione Europea che ha stimato in rialzo la crescita dell’Italia, mentre negli Usa il mercato del lavoro fornisce numeri migliori delle attese.

L’orizzonte italiano per Bankitalia

In occasione dell’appuntamento annuale dell’Assiom-Forex di sabato 7 febbraio, il governatore Ignazio Visco ha fatto un quadro economico parziale del Bel Paese. Secondo le stime della Banca d’Italia il prodotto interno lordo dovrebbe superare lo 0,5% nel 2015 e crescere di oltre l’1,5% nel 2016, questo grazie agli effetti del quantitative easing.
Le nubi calano sulla delicata questione internazionale, Ucraina su tutte. La moneta di Kiev è crollata. Poco dopo che la banca centrale ucraina ha aumentato il cambio ufficiale da 18 a 23 per un dollaro. La grivnia ha perso ulteriormente valore, ora il dollaro Usa è scambiato a 25,8 grivnie.

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