Luglio 2014. L’azionario Usa continua indisturbato la sua marcia verso i 2000 punti di SP500 impassibile a qualsiasi evento politico ed economico. Nel mercato delle valute, apparenti segnali di recupero del dollaro anche contro le divise più forti come la sterlina inglese. Dall’area di 1,35, l’euro scende verso 1,33.
Tra le commodities, il petrolio WTI si oppone alla salita seguita dopo l’abbattimento del boeing malese riportandosi sui 102 $ al barile. Mentre il metallo giallo torna a toccare i minimi, sotto i 1300 dollari l’oncia, grazie alla ripresa economica globale e al crollo dei consumi in Cina.
Zinco e alluminio confermano la loro forza, raggiungendo rispettivamente 2400 e 2050 dollari. Se il primo è presumibilmente ipercomprato, in ogni caso conservando dei margini che potrebbero garantirgli dei nuovi massimi nei prossimi mesi. Il metallo leggero è più esposto alle prese di profitto.
Non si fermano le oscillazioni intorno ai 19000 dollari per il nickel anche dopo l’elezione del nuovo presidente indonesiano.
Rame ai massimi, l’ottimo dato flash di HSBC sul PMI Cinese ha riportato i prezzi in area 7200, ma per ora manca l’interesse dei consumatori.
Crolla il prezzo del minerale ferro (-30%), Bhp e Rio Tinto espandono la produzione ma le acciaierie cinesi falliscono.
La settimana di Piazza Affari
L’indice Ftse Mib ha guadagnato l’1,57% a 21063 punti, l’All Share l’1,45% a 22336.
La penultima ottava di luglio non è stata facile, caratterizzata da continue oscillazioni causate dalle grandi società americane ed europee. Sul fronte macro, da segnalare l’allarme sulla crescita del Pil tedesco nel secondo trimestre e il calo oltre le previsioni della fiducia di Berlino.
Seconda settimana positiva per Milano che non accusa le tensioni internazionali e si prepara a ricevere gli esisti dei conti semestrali delle piazze più importanti. Il listino milanese fa +11% dall’inizio dell’anno. Favorito anche dal maltempo che in questi ultimi giorni di contrattazioni ha bloccato le partenze estive, favorendo gli scambi.
