Back to top

Terza flessione consecutiva in Borsa

Terza flessione consecutiva in BorsaGiugno 2014. Ultima settimana del mese contraddistinta dalla continua diminuzione della volatilità dei mercati e dal pessimo dato finale del Pil Usa nel primo trimestre dell’anno, presupposto che ha allontanato le già poche possibilità di un aumento dei tassi d’interesse nei prossimi mesi.
Mentre qualcuno prevede una forte volatilità a partire dalla prossima settimana, fino all’ultima seduta abbiano visto l’azionario arrancare al rialzo e i duemila punti di SP500 un traguardo non proibitivo.



Nel mercato delle valute, il cross EUR/USD, continua la noiosa oscillazione attorno a 1,36, mentre tra le commodities spicca il ritorno sui 1320 dollari l’oncia dell’oro.
Dopo la fiammata di due settimana fa del petrolio WTI, alimentata dalle vicende in Iraq, l’oro nero è ripiombato nell’apatia chiudendo a 106 dollari al barile.

Tra i non ferrosi il dato flash sul PMI cinese di HSBC è tornato sopra i 50 punti, spingendo il rame a 69,50 dollari per tonnellata. Quota elevata che però non suscita entusiasmi!
Il nickel ha continuato ad ondeggiare tra i 18000 e 19000 dollari, mentre lo zinco si è preso una pausa sulla resistenza a 2200. Delude l’alluminio che col test del massimo annuale a 1915 ha avuto durata breve ed i prezzi si sono riposizionato sui 1890 dollari.

Piazza Affari ancora in ribasso
Terza flessione settimanale consecutiva in Borsa con l’indice Ftse Mib che perde il 3,05% a 21.319 punti e l’All Share il 2,91% a 22.630. Il listino milanese si allontana sempre più dai massimi raggiunti all’inizio di questo mese, quando gli indici avevano toccato i livelli di settembre 2011.

Piazza Affari continua a pagare le tensioni irachene ed argentine, oltre ad alcuni dati macro poco incoraggianti giunti dalla zona euro. I titoli bancari hanno pagato il dazio più alto, contrastanti energetici e industriali, in recupero il lusso.

Investire oggi in Fincantieri!?
Mezzo flop per l’offerta Fincantieri tagliata di oltre un terzo, da 704 milioni a 450 milioni di azioni, con il prezzo minimo fissato a 0,78 euro. Un ridimensionato forzato per la scarsa partecipazione degli investitori istituzionali, mentre hanno dimostrato interesse i risparmiatori, probabilmente allettati dall’azione gratis per ogni 20 acquistate per chi conserva i titoli per oltre un anno. La cifra definitiva sarà decisa giovedì prossimo (3 luglio). Ma il dato reale è che l’incasso è saltato in quello che doveva essere il primo passo delle privatizzazioni del nuovo governo.

Guida Forex online: