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Worker buy out investire sul lavoro

Worker buy out investire sul lavoroIn un periodo tristemente dominato dalla recessione economica, sono in molti a cercare diverse soluzioni per contrastare la crisi, l’ultima è il Worker buy out (Wbo), un'operazione che consente ai dipendenti di investire nell'azienda in cui lavorano rilevando la ditta.

Prima però, vorrei fare un passo indietro per evidenziare l’anacronisticità che caratterizza noi italiani in alcune scelte.

Come quella del trading online che potrebbe ed è una soluzione alla crisi.

In origine, il trading online, si era particolarmente diffuso nei Paesi anglosassoni e Indocina, l’intento degli investitori era quello di arrotondare le entrate di fine mese senza rischiare grandi capitali. Soprattutto in Vietnam, Thailandia, Cambogia. Questi tre paesi sono tutti accomunati anche dal fatto di avere salari molto bassi. Per un cambogiano riuscire a guadagnare 200/300 dollari in più al mese equivale quasi a raddoppiare il proprio stipendio.
Nello stesso periodo, noi italiani, non eravamo interessati a guadagnare 200/300 euro in più. C'erano forme di investimento tradizionali che ritenevamo più solide e sicure. Inoltre, queste cifre non avrebbero cambiato di molto la nostra vita. Ma tutto è cambiato da quando la morsa della crisi ha incominciato a stringere sempre più, qualsiasi entrata extra è diventata fondamentale.

I primi investitori nel trading online hanno intuito che anche senza avere specifiche conoscenze e senza esborsare cifre folli, si possono raggiungere facilmente dei piccoli guadagni dal mercato dei cambi. Nel frattempo, in Italia, il trading online è ancora snobbato, sono pochissimi gli investitori italiani che operano nel valutario. Solo qualche anno più tardi, quando la crisi economica si fa più pressante, anche nel Bel Paese qualcuno intravede nel forex una valida alternativa per investire oggi con pochi soldi riuscendo ad arrotondare le entrate di fine mese. Ovviamente, per riuscire ad avere successo, come in una qualsiasi tipo di attività, serve fare molta esperienza ed apprendere le tecniche e le dinamiche dei mercati finanziari che, oggettivamente, non tutti hanno le attitudini o la voglia di approfondire.
Peccato che molti italiani hanno confuso il trading con il giocare in borsa, sbagliando completamente l’approccio.

Oggi, però, c’è una nuova soluzione per provare a contrastare la crisi economica. Anche in questo caso bisogna investire, ma non con dei brokers online, ma sulla propria azienda. Come? Rilevando la società in forma cooperativa.

Il Worker buy out è una pratica già diffusa in molti paesi stranieri che finalmente si sta diffondendo anche in Italia. I dipendenti di un’azienda messa in liquidazione o messa in fallimento, con il Worker buy out possono salvare il proprio posto di lavoro rilevando l’azienda in cui lavorano intervenendo con i fondi pensione.
Se la società è in difficoltà, i dipendenti possono formare una cooperativa con l’intento di acquisire l’azienda sfruttando le risorse generate dall’apporto del trattamento di fine rapporto (Tfr) e dell’eventuale indennità di mobilità. Inoltre, il Governo italiano, mette a disposizione dei finanziamenti agevolati per incentivare la nascita di queste nuove società cooperative formate da ex-dipendenti.

Sono finanziabili le spese per l’acquisto di cespiti materiali o immateriali a condizione che vengano destinati solo ed esclusivamente all’unità beneficiaria del finanziamento. La concessione di questi prestiti, se connessi all’acquisto di magazzini o beni immobili o interventi sui medesimi è subordinata con il rilascio di garanzie ipotecarie.

Il Worker buy out, a differenza del trading online è un metodo concreto per salvaguardare la nostra vecchia occupazione e non un nuovo escamotage per cercare di lavorare da casa con il forex. Si tratta comunque di un investimento che quanto tale comporta anch’esso dei rischi.

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