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Materie prime in calo

Materie prime in caloSettembre 2014. Al rinvigorimento del biglietto verde è seguito il calo delle materie prime.
Il petrolio WTI, già in diminuzione la scorsa settimana, ha chiuso a 93 dollari al barile, mentre l’oro è sceso sotto i 1.240 dollari l’oncia con un quadro generale che fa presagire niente di buono nell’immediato.
Gli indici più rappresentativi delle commodities consigliano una possibile correzione nell’ultimo trimestre dell’anno.



I metalli
Il rame ha segnato un minimo a 6.770 e, nuovi cedimenti, favorirebbero la strada dei 6.600 $. Oltre al metallo rosso, anche tutti gli altri non ferrosi sono in difficoltà: lo zinco rischia di cedere il riferimento a 2.260 riportandosi verso i 2.100. il nickel potrebbe ritornare sotto i 18.000 dollari per tonnellata. L’unico a salvarsi è l’alluminio, che teoricamente dovrebbe trovare sostegno già attorno ai 1950/1975, però il tanto sospirato sfondamento di quota 2100 per ora è rinviato.

La settimana di Piazza Affari
Telecom e Fiat sono state le protagoniste dell’ultima ottava, la prima in crescita del 6,45% ascolta le sirene sulla possibile maxi offerta in arrivo da Tim Brasil. Mentre arriva un buon +2,84% per il Lingotto, proprio nella settimana dell’addio di Luca Cordero di Montezemolo dalla presidenza della Ferrari. Per il resto segni negativi con conseguente frenata dopo la corsa di fine estate.
Il bilancio finale dell'indice principale del listino milanese è un meno 1,52% a 21.071 punti.

Quella di Piazza Affari è stata un’ottava riflessiva, archiviata l’euforia causata dal taglio dei tassi e dal QE della Banca centrale eruopea, ora si attendono i risultati del referendum sull’indipendenza in Scozia e le decisioni della Fed, quest’ultime da seguire con particolare attenzione in quanto potrebbero essere il catalizzatore necessario per raggiungere i livelli inseguiti dai metalli.

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