Ottobre 2013. Lo Shutdown, la serrata delle attività di governo Usa, non solo sta facendo saltare i nervi al presidente Obama, ha anche causato il rinvio di uno degli indicatori fondamentali per prevedere i mercati, l'attesissimo dato della situazione occupazionale negli Stati Uniti.
Per risparmiare, l'amministrazione Obama è stata costretta a mandare in congedo non retribuito più di 800 mila dipendenti federali e sospendere una lunga fila di servizi.
Non accadeva dal 1996, quando avvenne uno dei più memorabili rally di mercato che si ricordino
, quello che avrebbe portato alla bolla esplosa nel 2000. Va precisato che l'attuale conflitto interno è stato scatenato dai repubblicani per boicottare alcuni pilastri della riforma sanitaria di Obama, scontro con data di scadenza. Difatti, se entro il 17 di ottobre non vi sarà un aumento del tetto del debito, gli Stati Uniti rischiano il default.
Nel frattempo i mercati sono stati apatici, a parte il marcato indebolimento del biglietto verde, con la divisa unica sopra 1,36. Tra le materie prime si è messo in evidenza solo il petrolio, tornato a 104 dollari al barile dopo il dato sulle scorte di mercoledì.
I non ferrosi hanno oscillato con scambi particolarmente ridotti anche per la settimana di festività in Cina.
Il rame si è stabilizzato attorno ai 7200 dollari mentre lo zinco si è fermato a quota 1870. Male il nickel, tornato sul supporto a 13600.
Mercoledì 9 si svolgerà il dinner LME, appuntamento annuale del comparto dei metalli spesso segnalatore di picchi di volatilità delle quotazioni.
Borsa di Milano
Nella settimana in cui il governo Letta strappa la fiducia alle Camere, l'indice FtseMib prende il volo registrando un rassicurante +3,73% a 18.304 punti, mentre l'All Share sale del 3,45%. A favorire Piazza Affari anche l'allentamento dello spread, che in chiusura della settimana, è sceso a 247 punti con rendimento al 4,29%.
Sul paniere principale, beni i bancari, avversi energetici e industriali.
