Febbraio 2016. Non è proprio la quiete dopo la tempesta, ma dopo settimane con i mercati in balia di forti turbolenze, in alcuni casi, la terza ottava del mese ha portato delle timide manovre di assestamento.
Per la prima volta dall’inizio del anno la Borsa di Milano ha segnato un progresso. Comunque ci sono stati ancora dei casi in cui la volatilità si è mantenuta elevata, è il caso del petrolio il quale ha compiuto delle vere e proprie acrobazie con oscillazioni molto ampie tra i 29 e 32 dollari al barile, mentre l’oro si è mosso tra i 1.190 e i 1.240 dollari l’oncia.
Il mercato azionario ha visto lo SP500 tornare al di sopra i 1.900 punti. I metalli non ferrosi sono rimasti all’interno dei recenti intervalli di trading: il metallo rosso ha trascorso la maggior parte delle contrattazioni tra i 4.550 e i 4.600 dollari per tonnellata, un’importante prova di resistenza, visto il rafforzamento del dollaro Usa, con la divisa unica ancora a quota 1,11.
Sostiene le quotazioni il dato positivo sui nuovi prestiti in Cina, seppur in un contesto caratterizzato da bassi volumi di scambio. Il forte aumento degli stock Lme ha frenato lo zinco. Recupera il nickel a 8.400. Progressione stabile per l’alluminio che chiude a 1.540.
Piazza Affari in recupero
Il listino milanese rialza la testa ma con lo sguardo a terra.
Per la prima volta dall’inizio dell’anno l’indice Ftse Mib chiude in positivo segnando un +2,39% a 16.909 punti, mentre l’All Share guadagna il 2,78%. Si tratta quindi di un piccolo recupero parziale e neppure troppo convinto, se consideriamo che l’ottava si è chiusa con due ribassi consecutivi. C’è ancora molto da recuperare considerando che il ribasso dall’inizio dell’anno è ancora superiore del 20%.
D’altronde le preoccupazioni di Piazza Affari come le principali piazze europee sono sempre le stesse: calo del prezzo del greggio, stato di salute del sistema bancario, incertezze sull’economia globale, Cina su tutti.
