Dicembre 2012. Le dimissioni del premier italiano Mario Monti scuotono solo ad inizio settimana i mercati europei e Piazza Affari. Una volta metabolizzato lo choc della prima giornata tutto torna alla "normalità".
Spread btp/bund attorno ai 360 punti e azionario in discesa, precisando che il differenziale btp/bund ha chiuso a 325 punti, col Tesoro che nella giornata di giovedì è riuscito a piazzare tutti i Btp triennali (3,5 miliardi) a tassi minimi da ottobre.
Superato l'effetto Monti i mercati sono riusciti ad assestarsi e la divisa europea è tornata in area 1,31.
Nemmeno le parole di Ben Bernanke, che ha ribadito il sostegno della Fed con acquisti di titoli di Stato e tassi d'interesse vicino allo zero fino a quando i dati sulla disoccupazione negli Stati Uniti non scenderà al di sotto del 6,5%, ha generato effetti prolungati sulle quotazioni.
In particolare per le materie prime che rimangono pressoché invariate rispetto i valori di chiusura dell'ultima ottava.
L'oro ha continuato a barcollare intorno a quota 1.700 dollari l'oncia. Il petrolio non riesce a mettere al sicuro il supporto a 84 dollari al barile. I non ferrosi continuano a mantenere quotazioni elevate, ma senza mettere a segno spunti rialzisti.
Il listino milanese
A parte il -2,20% di lunedì, la borsa ha chiuso in positivo tutte le altre sedute, con l'indice Ftse Mib a +1,33% (a 15.908 punti) e l'All Share a +1,35%.
Bene Autogrill (+9,36%) che si è aggiudicata la concessione di 26 aeroporti spagnoli fino al 2020 e molto bene anche Mediaset (+8,58%) che da diverse sedute vede i suoi titoli chiudere in positivo.
Monti traccia il futuro dell'Italia
Dopo l'addio del professore la politica italiana è costretta a rimescolare strategie e calcoli. Così l'effetto Monti rivoluziona il quadro politico interno, con l'ex Bocconiano che si presta a togliersi la divisa da arbitro per indossare una casacca nuova. Mario Monti non ha ancora espresso come muoversi, unico dato certo è che non ha intenzione di assecondare il Cavaliere e il Carroccio.
