 Marzo 2014. L’ultima settimana del secondo mese dell’anno risulta essere piuttosto piatta, solo il valutario ha riservato qualche sorpresa: dopo il discorso della Yellen al Senato Usa la divisa statunitense ha perso nuovamente terreno, tornando sopra 1,38 contro l’euro.
Marzo 2014. L’ultima settimana del secondo mese dell’anno risulta essere piuttosto piatta, solo il valutario ha riservato qualche sorpresa: dopo il discorso della Yellen al Senato Usa la divisa statunitense ha perso nuovamente terreno, tornando sopra 1,38 contro l’euro.
Ancora più inaspettato è stato il calo dello yuan renminbi contro l'USD, passato da 6,04 a 6,17. Un movimento che ci riporta indietro di due anni e che suscita più di un interrogativo sulla politica monetaria cinese.
I listini azionari hanno continuato la loro ascesa, mentre le materie prime hanno subito una battuta d’arresto. In particolare il petrolio WTI si è fermato a 103 dollari al barile nonostante la crisi ucraina. Mentre l’oro non è riuscito a tagliare il traguardo dei 1350 dollari l’oncia.
La settimana a Piazza Affari
Il Ftse Mib è salito dello 0,25% a 20442 punti, l’All Share +0,44% e 21802 punti.
Il listino milanese ha chiuso con un leggero rialzo in linea con le principali borse europee, tutte concentrate sugli sviluppi della crisi ucraina.
Il miglior titolo del listino è stato Tiscali con un volo del 27,75%.
La polveriera Ucraina
Il vento ucraino congela le Borse e fa tornare un clima da guerra fredda tra la Casa Bianca e il Cremlino. Alla decisione di Mosca di inviare l’esercito in Crimea, sul valutario il rublo (nella giornata di mercoledì) ha registrato una perdita dello 0,9%. Mentre per la grivna ucraina, dall’inizio del 2014, l’ammontare del calo è del 20,7% nei confronti della moneta americana.
Il fallimento greco un esempio per tutti
Dall’inizio della recessione economica il Pil greco è sceso del 27%, il tasso di disoccupazione ha raggiunto quota 28%. E’ la dimostrazione che la linea della Troika (Fmi, Ue, Bce) ha fallito. I greci non credono più nell’Unione Europea, cresce l’antieuropeismo.
La crisi economica ha evidenziato che non c’è solidarietà tra i gli Stati membri, le principali decisioni economico politiche all’interno della Ue vengono prese sotto l’influenza degli Stati del nord, in particolare dalla Germania.

