Ottobre 2016. La notte di venerdì 7 (le 02:00 in Italia) entrerà di diritto nella storia dei mercati finanziari per il crollo della sterlina inglese. Uno vero e proprio schianto della moneta britannica che ha suo malgrado ha coinvolto tantissimi trader. Nel day after del flash crash della sterlina è stato scritto di tutto e di più: tesi di complotti e machiavelliche macchinazioni. Il dato di fatto è che l’imprevedibile crollo della divisa anglosassone è avvenuto gia in un clima controverso per il Regno Unito. Stando alle fonti dei giornali più autorevoli di economia e finanza la causa del flash crash della sterlina è stato dovuto ad un errore umano. Un trader avrebbe inserito un ordine sproporzionato scatenando vendite a raffica. Mentre per altri la causa del crollo è da attribuire ad un algoritmo impazzito.
Senza sprecare energie per cercare un capro espiatorio, dobbiamo reagire cercando di essere costruttivi, facendo tesoro di questo impensabile evento che ha avuto effetti devastanti. Oltre al numero imprecisato dei piccoli trader completamente spazzati via come se avessero incrociato sulla loro strada la furia dell’uragano Matthew. Abbiamo avuto la prova che un sistema finanziario globale informatizzato nasconde insidie terribili.
Il prezzo più alto è stato pagato dalla sterlina inglese, che sul mercato di Hong Kong in un paio di minuti ha perso oltre il 6% contro il dollaro americano, stramazzando a 1,1841 dollari (ai minimi del maggio 1985), per poi rialzarsi fino a 1,24 dollari.
Questo incidente ci insegna degli aspetti fondamentali del trading online. Prima di tutto l’importanza della scelta del broker, una decisione essenziale per chi interpreta come una professione il forex trading. Mi rivolgo a tutti quelli che sono stati stoppati e non hanno visto il loro ordine assolto. In particolare a quelli che operano con intermediari che non hanno un’assicurazione che gli consenta di non andare sotto liquidità col proprio conto forex. Inoltre, vorrei anche fare notare a tutti che questi avvenimenti sono quasi all’ordine del giorno in altri mercati. Nel forex è indubbiamente stata un’anomalia il flash crash del pound, ma nell'azionario è abbastanza normale vedere un titolo che apre con un gap del 5% senza che l’ordine di stop venga rispettato. Questo per dire che anche un’accurata gestione del money management è indispensabile per fare trading professionalmente sui cambi.
Ma in questa settimana non c’è stato solo il crollo della divisa inglese, ci sono stati spunti interessanti anche nelle materie prime. In particolare, l’oro è sceso fino a 1,250 dollari l’oncia, molti investitori hanno optato bene di mettere al sicuro i guadagni accumulati da inizio anno, in vista di un riposizionamento. Il petrolio invece ha seguito l’onda lunga dell’accordo dell’Opec, con il WTI che ritorna sui 50 dollari al barile.
Tornando ai mercati delle valute l'EUR è risultato essere leggermente più debole a 1,1150 contro l'USD.