Maggio 2014. I dati del Pil del primo trimestre dell’eurozona evidenziano l’economia debole di Italia e Francia, mentre il Dow Jones raggiunge un nuovo record storico.
Dopo un periodo di buoni rialzi è decisamente brusco lo stop del listino milanese (-3,4%). Inoltre, a peggiorare la situazione contribuisce anche la forte impennata dello spread, riportatosi a quota 180 punti. Ora le attenzioni degli analisti sono rivolte sui prossimi dati dell’inflazione.
Dopo le dichiarazioni della settimana scorsa di Mario Draghi sulle nuove misure espansive, la divisa unica si è attestata in area 1,37 contro il dollaro americano, mentre oro e petrolio rimangono stabili al livello di 1300 dollari l’oncia e 100 dollari al barile.
Metalli
A causa dello stop produttivo della miniera di Goro, l’ottava è stata caratterizzata dalle ampie oscillazioni del nickel che si è apprezzato fino a 21650 per poi chiudere le sedute in area 19000.
Decisamente più tranquilli gli altri metalli, con il rame che ha rivisto i 6900 raggiungendo la media mobile a 100 giorni posta a 6940.
Alluminio e zinco si sono fermati ai limiti delle rispettive resistenze a 1800 e 2100 dollari. Da sottolineare che i basilari di entrambi i metalli stanno migliorando e mettendo le basi per un possibile rally nella seconda parte dell’anno.
Piazza Affari
Bilancio settimanale negativo, con l’indice Ftse Mib che cede del 3,4% a 20648 punti e l’All Share -3,6%. Oltre al calo del Pil il listino milanese paga l’aumento di una trentina di punti dello spread, che ha preso di mira i titoli bancari.
La crisi economica che non accenna ad esaurirsi pesa terribilmente su Piazza Affari che, oltre ad essere preoccupata dalla forza dell’euro, attende invano l’arrivo di segnali che confortino il ritorno di interesse degli investitori stranieri.
La fotografia del trimestre nero italiano
Il Centro studi di Unioncamere evidenzia il quadro economico delle imprese commerciali italiane nel trimestre gennaio-marzo. Se pur c’è stato un lieve accenno di risalita rispetto ai due trimestri precedenti, il persistente calo dei consumi mette in risalto le continue perdite di fatturato, soprattutto per le aziende con meno di 20 dipendenti (-4,5%). Non se la passa meglio nemmeno la grande distribuzione che registra un calo dell’1,6%.
Le difficoltà maggiori si concentrano tra le imprese del centro-Italia (-5%) e del Mezzogiorno (-4,2%). Il Nord contiene la flessione (-2,8%).
Tra le imprese commerciali più colpite i negozi al dettaglio non alimentari (-4,2%), seguito dal turismo (-4,1%) e il food (-3,4%).