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Sei anni di crisi

Sei anni di crisiAgosto 2013. Con un PIL nettamente sopra le attese (+1,7% contro un consensus del +1%), l'azionario USA tocca nuovi record assoluti: l'indice SP500 ha raggiunto i 1700 punti. Ottimo l'andamento delle materie prime che sono riuscite a recuperare i recenti ribassi, ma questa ondata di ottimismo non impedisce alla Fed di continuare a mantenere un atteggiamento vigile in merito al rientro dalle politiche di quantitative easing.



Il petrolio è tornato a 108 dollari al barile. I non ferrosi hanno trovato sostegno nell'indice PMI cinese, appena al di sopra la soglia dei 50 punti. Unico neo l'oro, il metallo prezioso è sceso a 1285 dollari l'oncia.
Complessivamente le quotazioni hanno mantenuto un comportamento tipico di questo periodo: tendenza laterale e scambi ridotti, in attesa di un ritorno della volatilità che di solito di presenta intorno a Ferragosto.

Milano
Ancora un segno più per Piazza Affari che chiude in positivo per la terza settimana consecutiva. L'indice Ftse Mib realizza un +2,18% a 16.779 punti, All Share +2,29%.

I mercati premiano gli energetici: Saipem (+4,49%), Enel (+4,22%), Eni (+3,71%). Altalenanti i bancari con Mediobanca (+3,42%), Unicredit (+2,39%). Male Monte dei Paschi (-7,46%), peggio per le popolari (Bpm -4,65%, Bper -6,20%) dopo che Fitch ha tagliato alcuni rating.

Sei anni di crisi
In questo mese la crisi compirà sei anni, nel consueto appuntamento prima della pausa estiva, il presidente della Bce traccia lo scenario generale dei Paesi della zona Ue ed extra Ue. Bene la Germania, Olanda e Irlanda nelle esportazioni. Si mantiene in deficit il Regno Unito, ma il saldo negativo scende, come avviene pure in Portogallo e Grecia.

L'Italia è l'unico paese dell'unione ad essere riuscito a passare ad un saldo positivo. Nel primo semestre 2012 era in negativo di 4,4 miliardi, ora è in positivo per 4,7. Il fastidiosissimo spread è calato e continua la sua tendenza al ribasso con una conseguente riduzione dei tassi di interesse.

I problemi continuano ad esserci ma la tante riforme del mercato del lavoro, la ricapitalizzazione delle banche e il consolidamento fiscale, anche se molto a rilento, l'Europa sta lanciando dei piccoli segnali di ripresa e un recupero della competitività. Una recessione economica infinita per chi non aveva o si è ritrovato a casa senza un lavoro. In questo quadro generale il tasso di disoccupazione è stabilmente alto (11-12%) e purtroppo non tenderà diminuire nell'immediato, la crescita complessiva pare sia destinata ad aumentare ma molto lentamente.

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