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Ritorno degli investitori e balzo del greggio

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Ritorno degli investitori e balzo del greggioAprile 2016. Pochi spunti interessanti a parte la rivendicazione di autonomia dei governi UE da parte di Mario Draghi. Neppure la tanto attesa riunione della Bce ha scosso i mercati.
Le uniche novità degne di nota sono state il ritorno massiccio degli investitori e il balzo del greggio. I primi alla caccia disperata di rendimenti alternativi sulle materie prime, senza fare grandi distinzioni di natura fondamentale. Il petrolio WTI che spiazza tutti chiudendo a 43,5 dollari al barile, dopo che aveva superato anche i 44 $

Azionario e commodity in forte rialzo

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Azionario e commodity in forte rialzoAprile 2016. Ottava particolarmente favorevole per il mercato azionario e le commodity che hanno segnato un forte rialzo.

L’indice SP500 ha di nuovo raggiunto i 2080 punti. Mentre le materie prime hanno tratto beneficio dai buoni dati macro cinesi (+6,7% Pil su base annua e +6,8% produzione industriale) e dalle attese per il vertice di Doha (Qatar) dei Paesi produttori in programma oggi (17 aprile). Il petrolio WTI è oscillato tra i 40 e i 42 dollari al barile. Intanto l’oro ha risentito in parte della maggiore propensione degli asset di rischio, chiudendo a 1230 dollari l’oncia.

Clima d’incertezza sui mercati finanziari

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Clima d'incertezza sui mercati finanziariAprile 2016. I comunicati rilasciati dalla Bce e dalla Fed hanno evidenziato gli atteggiamenti divergenti delle rispettive politiche monetarie: più Quantitative easing nella zona euro, tassi più alti negli Usa.
Condotte accuratamente elaborate con buoni propositi ma dagli esiti ancora incerti. Da qui scaturisce un clima di incertezza diffusa che domina in tutti i mercati finanziari, a partire dal cambio euro dollaro bloccato in area 1,14 e dall’azionario trattenuto in un ristretto trading range che ha visto lo SP500 oscillare attorno ai 2050 punti.

Settimana decisa dalla Yellen

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Settimana decisa dalla YellenAprile 2016. Questa settimana è stata decisa dalle parole della Yellen, la quale ha precisato scrupolosamente che la banca centrale degli Stati Uniti starà molto attenta ad accompagnare il graduale aumento dei tassi. Questo è stato sufficiente per vedere crollare il prezzo del dollaro, con la moneta unica che ha sfiorato le soglie dell’1,15. Assistere ad una buona reazione dell’azionario con l’indice SP500 che si è riportato in area 2050. Prevalere le prese di profitto nelle commodity, anche se ci sono state delle eccezioni.

Il petrolio detta i ritmi delle Borse Ue

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Il petrolio detta i ritmi delle Borse UeMarzo 2016. Dopo il picco dell’ottava scorsa le materie prime cedono parte dei guadagni a seguito di qualche presa di profitto in vista della pausa pasquale.
Come capita da un po di tempo le oscillazioni del greggio hanno dettato i ritmi delle Borse Ue.
Il petrolio WTI ha chiuso le contrattazioni poco sotto i 39 dollari al barile. Mentre l’oro ha terminato a 1220 dollari l’oncia, dopo un affondo a 1260 in concomitanza con gli attentati di Bruxelles. Nel mercato valutario la coppia principe euro dollaro ha sostenuto il movimento adagiandosi in area 1,1150.

I mercati riprendono a salire

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Mercati riprendono a salireMarzo 2016. L’ottava appena trascorsa è la dimostrazione di come basta poco per cambiare il nostro credo finanziario. Le paure legate alla crescita cinese e alla crisi europea sono inaspettatamente sparite, facendo ripartire i mercati e scattare gli ordini di ricopertura.

La Federal Reserve si allinea alle previsioni degli operatori e alimenta la tensione tagliando le stime sull’economia nazionale, segnalando che nel 2016 ci saranno due rialzi da un quarto di punto dei tassi di interesse invece dei quattro previsti. Ecco quindi che tutto non è più come prima!

Mercati in assestamento ma sempre volatili

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Mercati in assestamento ma sempre volatiliMarzo 2016. Mercati in assestamento ma sempre con quella volatilità che tormenta i traders. Quest’ultimi stretti in una morsa perversa tra la paura di perdere un rialzo e l’angoscia di un ribasso repentino.

Questa fase tellurica dei mercati è causata dalla mancanza di crescita economica al di fuori degli Stati Uniti. La scossa più forte è arrivata nella giornata di giovedì 10 in occasione della riunione della Banca centrale europea, con la moneta unica che prima è scesa a 1,0820 e poi è rimbalzata fino a 1,12 come un sismografo impazzito.

Saltano le correlazioni tra mercati con acquisti diffusi

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Saltano le correlazioni tra mercatiMarzo 2016. Nelle ultime sedute sono saltate le normali correlazioni tra mercati con una serie di acquisti diffusi in quasi tutti i comparti, questo evento ha permesso agli operatori di recuperare la propensione al rischio.
Il risultato è stato un rimbalzo del mercato azionario con lo SP500 di nuovo in area dei 2000 punti. Il petrolio WTI ha toccato i 35 dollari al barile, mentre il Brent ha superato i 37 dollari.
L’oro ha fatto ancora meglio meglio, il metallo prezioso ha riconquistato lo status di bene rifugio, centrando il massimo degli ultimi tredici mesi a 1275 dollari l’oncia.

Risalita dell’azionario e accelerata di Piazza Affari

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Risalita del'azionario e accelerata di Piazza AffariFebbraio 2016. L’ultima ottava del mese ha assistito alla risalita dell’azionario ed una accelerata decisa di Piazza Affari, quest’ultima determinata a recuperare le pesanti perdite che si sono accumulate dall’inizio dell’anno.

Lo SP500 raggiunge 1960 punti nella giornata finale delle contrattazioni, giovando del buon dato del Pil Usa nel quarto trimestre del 2015.
Il Petrolio ha chiuso a 34 dollari al barile, con le materie prime che si sono mosse in linea con l’andamento del greggio. A parte l’oro che è quasi sempre stato in controtendenza,

Timide manovre di assestamento dei mercati

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Manovre di assestamento dei mercatiFebbraio 2016. Non è proprio la quiete dopo la tempesta, ma dopo settimane con i mercati in balia di forti turbolenze, in alcuni casi, la terza ottava del mese ha portato delle timide manovre di assestamento.

Per la prima volta dall’inizio del anno la Borsa di Milano ha segnato un progresso. Comunque ci sono stati ancora dei casi in cui la volatilità si è mantenuta elevata, è il caso del petrolio il quale ha compiuto delle vere e proprie acrobazie con oscillazioni molto ampie tra i 29 e 32 dollari al barile, mentre l’oro si è mosso tra i 1.190 e i 1.240 dollari l’oncia.

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